Indagine IVASS sui prezzi delle assicurazioni auto e moto
Appena pubblicata sul sito dell’IVASS un’indagine inerente le tariffe RC auto praticate sino al 1 gennaio 2013 in Italia prendendo in esame le aziende che rientrano nell’ambito della vigilanza dell’authority ed i prezzi delle tariffe proposti in 21 province per 11 tipologie di assicurati standard distribuiti tra automobilisti e motociclisti di entrambi i sessi.
Va sottolineato che questa relazione è la prima ad essere pubblicata successivamente all’entrata in vigore della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (del Marzo 2011) relativa alla parità di trattamento tra uomini e donne nell’ambito dei servizi assicurativi.
L’indagine pubblicata presenta infatti incrementi per le donne e decrementi per gli uomini dei prezzi medi applicati, come risultato del bilanciamento delle tariffe relative ai servizi ed alle province prese in esame.
Uno dei casi a cui fa riferimento la relazione è il seguente: negli ultimi 12 mesi l’aumento più elevato sul territorio nazionale è stato riscontrato su una diciottenne con autovettora di 1300 cc. con alimentazione a benzina la cui classe Bonus Malus di C.U. è 14, massimale minimo di legge ed è pari al 13,5%; mentre il corrispettivo di sesso maschile è pari al 6,7%.
Altra nota da sottolineare è che sul territorio si accresce il differenziale da regioni settrntrionali e regioni meridionali, come già rilevato in precedenza sia gli incrementi che i prezzi di listino assoluti risultano più elevati nelle province del Sud Italia mentre al Nord presentano livelli di spesa più accessibili.
Il caso preso in esempio dall’IVASS è quello di un uomo di Napoli di 55 anni con un’autovettura di piccola cilindrata che pur essendo in classe B/M di massimo sconto si vede applicare una tariffa media di 1237 euro con un aumento percepito pari al 9% rispetto all’anno scorso; la stessa tipologia di assicurato pagherebbe una tariffa inferiore ai 400 euro se fosse residente ad Aosta, Bolzano o Trento con un aumento che non raggiunge il 2,5% (più basso dell’inflazione)
Chi fosse interessato può consultare l’indagine qui