Intermediari finanziari – report di mercato sul risparmio degli italiani
Il clima di incertezza legato alla pandemia spinge all’insù il tasso di risparmio degli italiani: il 2020 si è concluso con un aumento di sei punti percentuali rispetto al 2019, circa il 10,2% rispetto all’anno precedente.
Questi dati sono quanto è emerso dal sesto rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie. Il report conferma la preferenza dei risparmiatori del nostro Paese per la liquidità.
Si tratta di una tendenza – si legge nel rapporto – “consolidatasi nel corso dell’ultimo decennio, che ha visto diminuire il peso di azioni e obbligazioni e aumentare la quota di liquidità e di prodotti assicurativi e previdenziali. Le famiglie italiane, inoltre, si caratterizzano per investimenti finanziari pro capite inferiori a quelli riferibili alle famiglie francesi e tedesche”.
Inoltre, più del 60% degli intervistati accantona risorse per fronteggiare eventi inattesi. Rispetto al 2019 la percentuale di persone che mette da parte risparmi solo per la “paura e incertezza del futuro”, è passata dal 17% al 25%.
La paura del futuro sembra quindi essere il motore del risparmio degli italiani, almeno per i prossimi tre anni.
Infatti, più dell’80% del campione nutre un senso di sfiducia e pessimismo verso il futuro e proiettano una lieve ripresa economica non prima del 2022.
Il 73% dei decisori finanziari sono uomini
Il rapporto approfondisce anche le caratteristiche socio – demografiche dei risparmiatori: nella maggior parte dei casi i decisori finanziari sono uomini (circa il 73%).
Di questi, circa il 66% condivide le proprie scelte con il partner.
Rispetto al 2019 le differenze più significative nel campione intervistato riguardano la quota di famiglie monoreddito (in aumento di 7 punti percentuali) e la quota di investitori (in aumento dal 30 al 33% circa).
Attitudini psicologiche
Per quanto riguarda le attitudini psicologiche, continua a prevalere l’avversione al rischio (77%) e alle perdite (60%).
La maggior parte degli individui ritiene di poter effettuare da sola la gestione delle finanze personali. Nonostante ciò più del 60% del campione si dichiara preoccupato per il mantenimento dell’attuale tenore di vita dopo il pensionamento.
L’uscita dal mondo del lavoro rappresenta in qualche modo un punto di non ritorno e la maggioranza degli intervistati ammette di non avere una visione chiara degli elementi rilevanti per la quantificazione delle risorse cui avrà accesso una volta abbandonato il mondo del lavoro.
Più del 60% degli intervistati dichiara che avrebbe difficoltà a fronteggiare spese inattese e che trova difficile fare progressi nella realizzazione dei propri obiettivi finanziari.
Per una persona su due intermediari finanziari inaffidabili
Per un risparmiatore su due gli intermediari finanziari sono inaffidabili, mentre si può contare sulla propria banca.
Questo dato, tuttavia, è dettato anche da una cultura finanziaria degli italiani medio bassa.
Infatti, la quota di intervistati che risponde correttamente a domande su conoscenze finanziarie di base oscilla dal 38% al 60%.
“L’attitudine ad acquisire maggiori conoscenze finanziarie in occasione di decisioni importanti – spiega tuttavia il rapporto – non esclude l’affidamento all’intermediario di riferimento”.
In linea con le precedenti rilevazioni la pianificazione e il controllo delle scelte finanziarie risultano infatti poco diffusi. Solo il 40% degli intervistati dichiara di avere un piano finanziario e quasi altrettanti di avere e di rispettare un budget costantemente o saltuariamente.
Tuttavia, che sia l’effetto del “fai da te” o perché gli italiani si affidano ad intermediari, secondo il rapporto, è comunque “lievemente aumentata la partecipazione ai mercati finanziari da parte delle famiglie italiane”, passando dal 30 al 33%.
“Tra i fattori che disincentivano l’investimento indicati più di frequente dagli intervistati – sottolinea il rapporto – emergono la mancanza di risparmi da investire, la mancanza di fiducia e il basso livello di conoscenza finanziaria, sebbene il primo motivo sia di gran lunga prevalente rispetto agli altri”.
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